Radio Okapì Kinshasa, Repubblica Democratica del Congo, Gennaio 2006
In Africa, l’informazione vale quanto un sacco di riso da consegnare nel più remoto campo profughi del mondo. Si rivela cruciale quando un Paese affronta una delicatissima transizione politica, per non parlare delle fasi post-conflitto. Di sicuro, se indipendente, neutra e imparziale, essa può rompere la logica monopolistica di paesaggi massmediatici obsoleti. Questo è la convinzione della Fondation Hirondelle, un’organizzazione non governativa impegnata dal 1995 a promuovere progetti radiofonici in zone di conflitto endemico o in contesti politici dissuasivi per le politiche di sviluppo. Da Radio Agatashya a Radio Okapi, passando per Star Radio (Liberia) o Radio Blue Sky (Kosovo), l’obiettivo in crisi umanitarie è sempre quello: consegnare informazioni imparziali alle popolazioni civili vittime di un conflitto e favorire il ritorno alla pace. Ma come garantire imparzialità e indipendenza sotto il fuoco incrociato di un regime repressivo e gruppi ribelli armati fino ai denti e pronti a tutto? Come costruire il dialogo e la pace con cittadini divisi da guerre e carestie? Queste le sfide a cui Radio Okapi deve rispondere in Repubblica democratica del Congo, un Paese grande quanto l’Europa occidentale e afflitto dal più devastante dei conflitti armati contemporanei (3,9 milioni di morti tra il 1998 e il 2004 secondo l’International Rescue Committee). Creata nel febbraio 2002 da un partenariato tra la Fondation Hirondelle e le Nazioni Unite, Radio Okapi è diventata in pochi mesi una delle radio più ascoltate del Paese. Soprannominata “la radio dei congolesi” (ma anche “la radio che dice la verità”), Radio Okapi si è posta l’obiettivo di traghettare il Congo verso la pace.Forte di uno studio centrale (Kinshasa), otto stazioni regionali, una ventina di trasmettitori Fm e tre ripetitori in onde corte, Okapi riesce a coprire la quasi totalità del territorio congolese diffondendo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, programmi d’informazione rigorosissimi che comprendono notiziari veicolati in francese e nelle quattro lingue nazionali del Paese (lingala, swahili, tshiluba e kikongo).Protagonisti di questo successo, e di questo servizio fotografico, sono i giornalisti, i dj e i tecnici congolesi (un centinaio in tutto) disposti a sfidare i rischi di un mestiere pericolosissimo nel contesto bellico della Rdc. Radio Okapi è diventata grazie a loro l’unico strumento di diffusione di massa delle informazioni, soprattutto a fronte della scarsa presenza delle televisioni e della bassissima divulgazione dei giornali. Le trasmissioni avvengono sia dalla sede, dove ministri e politici stessi sono usi intervenire, sia attraverso troupe mobili che lavorano in strada in mezzo alla gente. Questa storia vuole brevemente raccontare la loro esperienza, la professionalità e l’indipendenza di questi uomini e, soprattutto, di queste donne, che in un paese culturalmente arretrato come il Congo, riescono con coraggio ad affermare la propria emancipazione e libertà.
Articolo e foto tratti dal sito http://www.hirondelle.org/
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