PODCAST

2015-02-11

COMICS E RADIOASCOLTO "EL ETERNAUTA"



“El eternauta” è uno dei fumetti cult della seconda metà del secolo scorso. Scritto nel 1957 da Hector Oesterheld e disegnato da Francisco Solano Lopez, fu pubblicato a puntate, nel classico formato a strisce dell’epoca, dal periodico bairense “Hora Cero” con un grande successo di pubblico. Alcune tavole di questo fumetto riguardano  l'ascolto delle onde corte. All’inizio della storia il protagonista, Juan, L’eternauta, appare misteriosamente  a un disegnatore di fumetti e inizia a raccontare la sua storia che inizia in una tranquilla sera invernale con quattro amici che giocano a carte. L’incubo inizia quando dal cielo inizia a cadere una neve luminescente e radioattiva che uccide qualsiasi forma di vita con la quale entra in contatto. Uno dei quattro, preso dal panico, esce dalla casa per tornare dalla propria famiglia ma dopo pochi secondi viene ucciso dalla letale neve. A quelli che rimangono in casa non resta altro che cercare di sopravvivere. La prima cosa da fare è cercare di avere notizie dal mondo esterno e uno dei 3 amici, appassionato di radio, riesce a far funzionare un ricevitore e i sopravvissuti si mettono in ascolto. Le stazioni locali tacciono, la neve lradioattiva  ha evidentemente ucciso tutti gli operatori. Uno dei sopravvissuti ha un’idea:  proviamo sulle onde corte ! Finalmente, tra disturbi e crepitii si sente una voce in inglese: è la BBC ! L’Eternauta e i suoi amici apprendono dalla voce dello speaker, che nemmeno in questo terribile frangente perde il suo aplomb britannico,  che il misterioso fenomeno interessa tutto il mondo. Dopo pochi minuti anche quella voce si spegne e i sopravvissuti rimango preoccupati a fissare il ricevitore ormai muto. La storia si dipana poi per oltre 300 pagine raccolte in un volume che ha mantenuto l'originale formato a strisce, dalla casa editrice spagnola Norma Editorial che nel 2007 ha stampato una edizione speciale di questo fumetto,con la prefazione di Carlos Trillo,  in occasione del 50° anniversario della sua pubblicazione.  Un inizio di storia avvincente, con un posto di tutto rilievo per la radio, che nell'immaginario collettivo dell'epoca era il mezzo di comunicazione da utilizzare in caso di emergenza. E fra le tante emittenti al mondo l'autore della storia va a scegliere proprio la BBC, entrata nella mente e nei cuori della gente durante la seconda guerra mondiale che si era conclusa solo 12 anni prima. L'ente radiofonico britannico è sempre stato considerato imparziale e attendibile nel corso degli anni e non a caso, anche in questo racconto, allo speaker viene attribuita una certa imperturbabilità britannica
di fronte a un evento così devastante. Un'ultima, triste nota su Hector Oesterheld che nel 1977 andò ad ingrossare le fila dei desaparecidos argentini a causa del suo impegno politico. In questi 50 anni la radio ha cambiato pelle molte volte grazie alle nuove tecnologie. Un pubblico nuovo utilizza questo antico mezzo di comunicazione nelle forme più svariate, eppure... ricordate il black out elettrico di alcuni anni fa ? Ore e ore senza elettricità quindi senza Tv, internet o telefonini. Certo, non c'era una invasione aliena, ma dell'incidente che aveva provocato il black out lo si apprese solo attraverso le radioline a pile che ritornarono in auge anche alcuni anni dopo, con grande nevicata del 2012 che isolò interi comprensori per diversi giorni. Bastano questi due esempi per capire quanto sia scellerata la dismissione in massa di impianti di trasmissione in onde medie e corte, certamente non all'altezza dei moderni metodi di trasmissione digitale riguardo alla fedeltà del suono, ma se utilizzati nella giusta prospettiva costituiscono in ogni caso una risorsa. Tanto per rimanere in Italia: sarebbe stato poi tutto questo gran spreco di risorse mantenere in efficienza 3 o 4 grandi impianti di trasmissione in onda media e corta in grado di garantire la copertura del territorio nazionale ? Forse sarebbe bastato produrre un paio di fiction cretine in meno per coprire i costi o comunque ridefinire i parametri del servizio pubblico fra lo Stato che dovrebbe essere il primo a considerare con maggior riguardo questo settore delle telecominicazioni e il concessionario RAI. Ma quì anche noi rischiamo di finire nel campo della fantascienza visto che ormai si preferisce investire in tecnologie che danno esclusivamente riscontro all'audience ma che sono molto fragili nel caso che si verifichino emergenze globali. Oltretutto le onde medie e corte abbandonate dagli enti statali diventano terra di conquista di soggetti anomali che ben poco hanno a che vedere con il broadcast professionale e questo stizzisce ancor di più quelli che sono convinti che queste bande di radiodiffusione siano un bene pubblico da salvaguardare. E per ciò che riguarda il nostro hobby ? "Non può essere che non ci sia nessuna stazione in onda corta" dice uno dei personaggi dell'Eternauta, speriamo che nonostante tutto qualcosa da ascoltare rimanga sempre !







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