PODCAST

2020-05-31

WEEKLY TIPS BY ROBERTO PAVANELLO


      TIPS 
  702 30/5 08.30 R. Briscola - Lenta IT ID e MX buono
  846 27/5 22.40 R. North - Redcastle EE MX suff.
 1008 25/5 21.57 R. Alicante - SS ID e pubblicità locale buono
 1044 28/5 21.57 R. Valladolid - SS ID e pubblicità locale buono 
 1350 30/5 02.20 R. Boa Vontade - Salvador PP predica suff. 
 1521 26/5 22.33 R. Castellon - SS ID e pubblicità locale buono
 1584 26/5 22.40 RDE - Trieste IT MX buono
 1602 27/5 09.00 R. Milano - IT ID e MX buono
 1638 26/5 22.20 R. Bluebird - Dutch MX buono 
 1660 27/5 21.50 R. Anatolia - Greco ID e MX buono
 4700 24/5 16.45 R. Mystery 21 - EE MX buono
 4875 30/5 23.30 R. Dif. Roraima - Boa Vista PP MX suff. 
 4885 30/5 23.25 R. Clube do Para’ - Belem PP MX buono riattivata 
 5140 24/5 16.40 Charleston R. Int. - EE MX buono
 5780 25/5 16.10 R. Harmony - EE MX buono
 5790 25/5 16.05 R. 319 - EE MX buono
 5805 25/5 16.15 R. 208 - Randers EE MX buono 
 5836 24/5 16.35 R. Europe - Ucraina EE MX suff.
 5840 26/5 16.10 WMR - Randers EE MX buono 
 6070 30/5 22.40 Retromix 266 - EE MX suff.
 6150 26/5 16.15 R. Marabu - Tedesco ID e MX buono
 6160 27/5 18.20 Shortwave R. - Wietze IT Scorribande suff.
 6205 30/5 22.45 Laser Hot Hits - EE MX buono
 6280 30/5 22.50 WKOS - EE MX buono
 6288 30/5 23.05 Cupid R. - EE MX buono
 6305 24/5 16.30 R. Merlin Int. - EE MX suff.
 6310 24/5 17.00 R. Zeppelin - EE MX buono 
 9610 31/5 09.00 AWR - Firenze IT Obiettivo DX by Roberto Scaglione ottimo
 9665 30/5 23.10 Voz Missionaria - Camboriu PP MX suff.
10000 25/5 16.20 Italcable - Viareggio IT ID MX e ora buono

2020-05-28

SPACE X MISSION MONITORED THE FREQUENCY OF 10780 KHz


L'atteso lancio del Crew Dragon che dopo nove anni doveva riportare in orbita due astronauti americani dalla base di Cape Canaveral è stato rinviato all'ultimo minuto per il maltempo. La prossima finestra di lancio è prevista per sabato 30 maggio alle ore 21.22 ora italiana. Ci sarà quindi il tempo per tentare l'ascolto su onde corte delle comunicazioni di servizio a supporto del lancio. Nel periodo di massimo impegno della NASA nelle missioni spaziali erano numerose le frequenze di servizio da monitorare mentre in questo caso dal gruppo UDFX è giunta una sola segnalazione su una sola frequenza relativa a questa missione spaziale. La frequenza monitorata è quella di 10780 KHz ed è stato un radioamatore americano a segnalarla nel gruppo che si occupa di trasmissioni utility. Questo il testo dell'email relativo alla segnalazione:

From: "GARY W RUSSELL" 
To: UDXF@groups.io
Cc:
Sent: Wednesday May 27 2020 2:40:30PM
Subject: [UDXF] Cape Radio

10780 Cape Radio with Comm check with Flight One at 1928Z for Dragon capsule launch from Cape Canaveral FL at 2033Z.
Gary

Central, IL

The expected launch of the Crew Dragon which was to bring two American astronauts back to orbit from Cape Canaveral after nine years was postponed at the last minute due to bad weather. The next launch window is scheduled for Saturday 30 May at 21.22 Italian time. There will therefore be time to attempt short-wave listening of service communications in support of the launch. In the period of maximum NASA commitment in space missions, there were numerous service frequencies to be monitored while in this case, only one signal came from the UDFX group on a single frequency relating to this space mission. The frequency monitored is 10780 KHz and it was an American radio amateur to report it in the group that deals with utility transmissions. This is the text of the email relating to the report:


EMAIL CONFIRM FROM MYSTERY RADIO 21 4700 KHz WITH AUDIOCLIP





Mystery21 QSL

Dear SWL Francesco,

thanks a lot for your  reception report from Italy!

We are really surprised to learn how many people can listen to us all over Europe and from Siberia to the East Coast oft he United States. Inspite of the World Wide Web people still enjoy listening on shortwave, and like us they are fascinated by the myth of wave propagation. That explains the name of our station „Mystery21“.

We have been on air for many years, but we are newcomers on shortwave. We chose the 60m band because oft the variety of propagation conditions: short distance in Europe during the day and DX after sunset.
Our equipment is completely homemade and we are testing with 1,2 KW PEP from 8 relatively cheap mosfets and a simple inverted V dipole antenna installed at 25 meters above the soil.
We use sound processing with an optimod pc card and with stereo tool. Our bandwidth is a little bit higher than with most commercial stations.
We apologize for not having any printed QSL cards at the moment. Considering the high number of reception reports we are thinking about E-QSL.
You will find further information and pictures on our facebook site. There you will also find our webstream during the transmissions. If you like, you can join our facebook group.

Mystery21 – The Spirit of Music

Stay tuned and enjoy listening on shortwave, especially on the 60m band.
We are looking forward to hearing from you again.

Yours,

Mystery21 team

Da: francesco cecconi
Inviato: martedì 26 maggio 2020 23:42
A: MISTERYRADIO21@GMAIL.COM
Oggetto: RECEPTION REPORT


DATE: 26-05-2020
TIME: 21.15 - 21.30 UTC
FREQUENCY: 4700 KHz
SINPO: 23322
RX: ICOM R71
ANTENNA: 100mt LW
IDENTIFICATION AND ADDRESS IN ENGLISH LANGUAGE
QTH: ANAGNI CENTRAL ITALY
PSE VERIFY TNX
73'S DE FRANCESCO CECCONI SWL I0-5636

Reception report sent by email to mysteryradio21@gmail.com. Reply received in 24 hours



2020-05-26

"OGGI IN ITALIA" LA RADIO CECOSLOVACCA DEL PCI

Uno degli studi di Radio Praga negli anni 50

C’era una volta una radio italiana in Cecoslovacchia. Si chiamava Oggi in Italia e per 21 anni trasmise fatti, opinioni, cronaca, musica e propaganda antidemocristiana dalla Praga socialista. Un'emittente che ufficialmente non è mai esistita e della quale, oggi, sembra essersi persa la memoria. Eppure, dal 1950 al 1971, questa stazione radiofonica fuorilegge sfidò il monopolio radiotelevisivo pubblico e raggiunse milioni di ascoltatori dal Piemonte alla Sicilia. Venne creata Oltrecortina con uno scopo ben preciso: diffondere la voce del Partito comunista italiano per combattere «le menzogne di Radio Roma», ossia la Rai. 
Vi lavorarono uomini e donne italiani spesso costretti a raggiungere la capitale cecoslovacca di nascosto dopo l’esperienza partigiana e comunista, talvolta per sfuggire ai processi che li attendevano in patria. Persone che per anni vissero da esuli sotto falsa identità in Cecoslovacchia, a lungo impossibilitati a rientrare in Italia. Su questa esperienza di radiofonia politicizzata e clandestina è calato un lungo silenzio, interrotto soltanto da citazioni sparse in un pugno di libri, un documentario video mai andato in onda sulle televisioni italiane, una serie radiofonica trasmessa 26 anni fa e qualche sporadico articolo accademico.


Sandro Curzi 

Le prime trasmissioni di Oggi in Italia andarono in onda da uno studio al quinto piano del palazzo del Československý Rozhlas, storica sede dell’emittente nazionale cecoslovacca Radio Praga, che in quegli anni trasmetteva anche in varie lingue straniere, tra cui l’italiano. Entrambe le esperienze radiofoniche proseguirono in parallelo schierandosi contro Radio Roma e Radio Europa Libera. In realtà, salvo condividere la stessa sede per qualche anno, e incontrarsi in sala mensa, i redattori delle due emittenti seguivano agende molto diverse. Le trasmissioni italiane di Radio Praga erano il megafono del Partito comunista cecoslovacco (Ksc) che esercitava un severo controllo diretto su di esse. Cessarono l'8 marzo del 1976. Oggi in Italia andò in onda fino al 1971 ed era invece la voce ufficiale del Pci. Godeva di totale indipendenza dalle autorità cecoslovacche, rispondendo solo alla sede romana del partito. 
La radio trasmetteva sia su onde medie che su onde corte. Frequenze che raggiungevano tutta Italia, isole comprese, e sulle quali si potevano ascoltare una o due volte al giorno trasmissioni rivolte a un pubblico eterogeneo. I programmi iniziavano in genere alle 20:30, introdotti dal Va, pensiero di Giuseppe Verdi, e proseguivano fino a mezzanotte circa. Come riportato nelle trascrizioni originali, faceva eccezione la domenica, in cui già alle 12:45 andava in onda una «trasmissione per contadini» seguita da una rassegna sportiva, spesso sul campionato di calcio. Il palinsesto comprendeva notiziari, rassegne stampa, interviste, reportage radiofonici, rassegne parlamentari e persino innovative dirette non stop di avvenimenti italiani. Non mancavano contenuti più propagandistici quali un programma di «aneddoti sugli scandali democristiani» e trasmissioni di «denuncia del titismo» jugoslavo.
Tutto cominciò con 30 minuti sperimentali andati in onda nel dicembre 1950. Li curarono cinque redattori, ex partigiani comunisti divenuti esuli a Praga e senza esperienza radiofonica. Nel marzo del 1951 la radio aveva il suo primo palinsesto e nel 1954 dava lavoro a 12 persone. Cinque anni dopo, contava 19 fra redattori, sbobinatori e speaker con 16 addetti agli interni e tre agli esteri. Paola Oliva Bertelli, che ha lavorato per Oggi in Italia dal 1953 al 1960, ricorda nel suo libro Praga, radio clandestina come l’emittente del Pci non fosse un unicum nella capitale cecoslovacca. Dall’estate del 1954 al dicembre del 1955, infatti, ad essa si affiancò Ce Soir en France, radio del partito comunista transalpino e a sua volta indipendente dalle trasmissioni francesi di Radio Praga. Fu chiusa su pressioni dell’allora premier d’Oltralpe, Pierre Mendès-France, come condizione per la firma di una serie di accordi commerciali tra Francia e Cecoslovacchia. Un'azione netta mai intrapresa dai governi italiani dell’epoca che talvolta finsero di ignorare, per scelta politica, da dove trasmettesse Oggi in Italia. Né cercarono di coprirne il segnale, nonostante alcune interrogazioni parlamentari sul tema. Secondo lo storico britannico Philip Cooke, già nell’estate del 1951 il governo De Gasperi sapeva che la radio trasmetteva dalla Cecoslovacchia e inviò una lettera di protesta all’ambasciatore di Praga a Roma. Seguirono altri due timidi tentativi di bloccare le trasmissioni tramite i canali diplomatici, nel 1954 e nel 1958, entrambi senza successo.
Carlo Ripa di Meana
Gli italiani approdati nella Praga comunista per fare radio erano giovanissimi, perlopiù ventenni. Molti provenivano dall’Emilia-Romagna anche se non mancavano lombardi, toscani e siciliani. Quasi tutti adoperavano nomi di fantasia e avevano documenti falsi: un diktat imposto loro dal Pci per tutelarne l’anonimato e, talvolta, la sicurezza personale. Su alcuni pendevano infatti accuse o condanne per crimini che avrebbero commesso in Italia durante e dopo la Resistenza, rendendoli a tutti gli effetti latitanti. Come svelava l’ex caporedattore Aroldo Tolomelli nel documentario La guerra delle onde «c'era un accordo fra il Partito comunista italiano e quello locale per avere una redazione composta da emigrati politici in Cecoslovacchia». 
Un’intesa fra i leader dei due partiti, Palmiro Togliatti e Antonín Novotný, che non metteva al riparo i redattori dalla legge italiana nel caso in cui fossero rimpatriati. L’articolo 269 del codice penale, abrogato nel 2006, poteva inoltre ritenere quella svolta da Oggi in Italia attività anti-nazionale all’estero, punibile fino a cinque anni di reclusione. Nonostante la sua segretezza, l'emittente era ascoltata almeno quanto le trasmissioni italiane di Radio Praga. Delle circa mille lettere inviate ogni mese a quest’ultima dagli ascoltatori italiani a un fermo posta dell’allora Berlino Ovest, la metà era indirizzata a Oggi in Italia. Questa corrispondenza veniva ritirata da un agente di stanza a Berlino Est, il quale poi la mandava in Cecoslovacchia. 

Dagli studi cecoslovacchi della radio transitarono redattori destinati a divenire giornalisti noti quali un futuro direttore de Il Mattino, ma anche Antonio Natoli, poi corrispondente della Rai da Mosca, ed Enzo Roggi, in seguito editorialista de L’Unità. Reduci di quell’esperienza passarono dall’etere alla politica, come gli ex caporedattori Francesco Moranino e Aroldo Tolomelli, entrambi senatori del Pci. Alcuni divennero cronisti de L’Unità, dell’Ansa o persino dell’ex nemica giurata, la Rai. Altri proseguirono la propria esperienza radiofonica estera sulle frequenze socialiste amiche di Radio Varsavia e Radio Kossuth-Budapest, che trasmettevano anche in italiano. Vi furono poi decine di uomini e donne delle cui esperienze successive si sa poco o nulla perché non basta incrociare fonti e testimonianze per rintracciare le reali identità celate da cognomi fittizi quali Verdi, Bianchi, Rossi e Biondi. Infine, va ricordato un altro nome in seguito noto al grande pubblico, quello di Carlo Ripa di Meana, poi ministro dell’Ambiente ed eurodeputato. Visse a Praga nei primi anni '50 e collaborò con la redazione della radio, pur senza mai farne parte.

Paola Bertelli Oliva

Nei suoi 21 anni di storia, Oggi in Italia è stata capace di scoop giornalistici, anche grazie agli stretti rapporti con il Pci. Già nel 1960, il partito aveva creato un gruppo dedicato a procurare notizie per la propria radio: ne facevano parte cronisti de L'Unità e di Paese Sera e lo coordinava Sandro Curzi, in seguito direttore del Tg3 e di Liberazione. L'emittente poteva inoltre contare su una rete di corrispondenti europei, compresi improvvisati reporter dalle fabbriche di Fiat e Volkswagen e dalle miniere belghe. È grazie a loro che Oggi in Italia fu forse il primo organo d'informazione al mondo a dare notizia dell’invasione sovietica dell’Ungheria nel ’56. E sei anni dopo la radio anticipò la Rai nel comunicare l’accordo fra John Fitzgerald Kennedy e Nikita Chruščëv sulla crisi missilistica di Cuba. 
L’Unità era la prima fonte per Oggi in Italia. I redattori di Praga chiamavano Roma ogni giorno alle 16, come ricorda Stella Amici, storica speaker dell’emittente. Le notizie ricevute venivano battute a macchina, e poi lette ai microfoni. Prima del 1960, ricorda Paola Oliva Bertelli, «da Roma e da Milano le redazioni de L'Unità trasmettevano per telefono le notizie a redazioni delle radio di Berlino Est e di Budapest in lingua italiana (Radio Berlino Internazionale e Radio Kossuth-Budapest nda).Redattori italiani delle due emittenti governative di quei Paesi ci dettavano al telefono i testi che noi incidevamo». Tutto ciò che doveva andare in onda era controllato dal caporedattore. Chi commetteva un errore nel riportare una notizia, o si concedeva delle libertà nel commentarla, doveva poi fare autocritica nella successiva riunione di redazione. 

Nella notte del 20 agosto 1968 le forze dell'Unione Sovietica e di altri quattro Paesi del Patto di Varsavia occuparono la Cecoslovacchia soffocando la coraggiosa stagione di riforme promossa dal segretario del partito comunista, Alexander Dubček. Poche ore dopo, irruppero nel Československý Rozhlas di via Vinohradská 12 e chiusero con la forza la radio pubblica. Negli scontri attorno all'edificio, in cui i praghesi si opposero con lanci di pietre e barricate improvvisate ai carri armati, vennero uccisi almeno 15 civili. La sera stessa, alcuni redattori della radio pubblica cecoslovacca e della sua sezione italiana raggiunsero Nusle. Era in questo elegante quartiere residenziale di Praga, lontano dai tumulti del centro, che si trovavano gli studi della radio del Pci, in una villa in stile liberty. 
E fu proprio da qui che la Radio Praga Libera creata dai redattori cecoslovacchi rivolse i propri appelli alla popolazione. Le trasmissioni sarebbero durate una decina di giorni, prima che i sovietici scovassero il trasmettitore e le interrompessero. Come rivelato da Stella Amici in La guerra delle onde, nella villa in quel periodo «c’erano quelli che lavoravano a Oggi in Italia, quelli di Radio Praga italiana e quelli di Radio Praga ceca che lavoravano dal mattino alla sera. Perché la notte c’era il coprifuoco e uno o usciva prima che scattasse o stava lì sino al giorno dopo».
Oggi quella villa – che i locali ribattezzarono «italska domek», ossia la casa degli italiani – non esiste più, rimpiazzata da un moderno condominio. Eppure per anni al misterioso indirizzo al numero 7 della ripida via Nad Nuslemi (vedi mappa) hanno lavorato e vissuto dozzine di italiani. I loro erano lunghi turni di lavoro serali che finivano a mezzanotte, inframezzati da pasti in compagnia cucinati alla bell’e meglio e da minimi svaghi perché in teoria nessuno doveva avere rapporti con i civili cecoslovacchi. Un divieto che comunque non impedì relazioni sentimentali e matrimoni fra italiani e locali. Questa esigenza di segretezza sfociava anche in momenti di comicità, come quando alcuni redattori si proclamarono sudamericani, confondendo ulteriormente i vicini di via Nad Nuslemi.


Oggi in Italia andò in onda ancora per qualche anno dalla Praga della sofferta ‘normalizzazione’, ma la sua esperienza era agli sgoccioli. L’ultima trasmissione risalirebbe al 31 marzo del 1971 (ma alcune fonti citano il 1969 o il 1970) e i materiali d’archivio della radio, testi e registrazioni compresi, furono affidati a Michelino Rossi, un dirigente del Pci a Praga. Rossi stipò tutto in alcuni scatoloni che portò a Roma, nella sede del partito in via delle Botteghe Oscure. Di questi scatoloni si sono perse le tracce. Tuttavia, documenti essenziali per ricostruire l’esperienza dell'emittente sono stati ritrovati negli archivi della radio pubblica ceca di Přerov Nad Labem. È proprio grazie a trascrizioni originali recuperate in Repubblica Ceca che alcuni programmi di Oggi in Italia sono stati ricreati da speaker della Rai per Le voci della Guerra Fredda, serie a cura di Giovanni De Luna, trasmessa da Radio 3.

Materiali d'archivio rivelatisi preziosi anche per la realizzazione di La guerra delle onde, documentario di Claudia Cipriani, Niccolò Volpati e Mattia Gatti. Completato nel 2008, oggi resta inedito sulle televisioni italiane pur essendo già stato trasmesso in Repubblica Ceca. Neppure il recente cinquantesimo anniversario della Primavera di Praga e della successiva invasione della Cecoslovacchia hanno convinto le emittenti italiane a mostrarlo. Anche per via di queste incomprensibili ritrosie, la storia di Oggi in Italia resta poco nota al grande pubblico. Tuttavia, l'emittente fuorilegge voluta dal Pci per sfidare il monopolio Rai dell’informazione fu e resta un'esperienza unica nel panorama della radiofonia italiana, al netto dell'ideologia che rappresentava in quegli anni. Ora che molti dei suoi protagonisti sono scomparsi, per ragioni anagrafiche, raccontare questa storia diviene ancora più importante.

Articolo a firma di Lorenzo Berardi per CENTRUM REPORT

Oltre alle fonti citate da questo articolo sull'esperienza di Oggi in Italia esistono altre interessanti fonti da consultare. La più corposa è sicuramente una serie di 10 trasmissioni dal titolo "LE VOCI DELLA GUERRA FREDDA" prodotta da RAI Radiotre nel 1993 i cui podcast sono scaricabili QUI .
La prima puntata di questa serie la potete invece ascoltare direttamente dalla nostra pagina.


Un bel libro, al quale sono particolarmente affezionato è "Uomini ex" scritto dal giornalista e scrittore Giuseppe Fiori che in un mix tra reportage e romanzo ripercorre le vicende degli esuli comunisti italiani in Cecoslovacchia con particolare riferimento all'attività di Oggi in Italia.



Sulla vicenda di Oggi in Italia la regista Claudia Cipriani ha realizzato alcuni anni fa un documentario che è stato proiettato nell'ambito di alcuni festival cinematografici ma che non è stato mai trasmesso dalle TV italiane. Questo è il trailer del film.

OLD MOVIE"VENTO DELL'ADRIATICO" THE HARD DAY OF A GROUP OF FISHERMEN LINKED TO THE COASTAL RADIO



Nel 1957 il regista ferrarese Florestano Vancini che aveva già all'attivo una importante esperienza documentaristica, un titolo fra tutti "La lunga notte del 43",  si cimentò in un cortometraggio sulla dura vita dei pescatori di San Benedetto del Tronto, città delle Marche, sede di un importante porto porto peschereccio e della stazione radio costiera San Benedetto Radio, la cui storia abbiamo narrato in un altro post di questo blog. Il cortometraggio ricostruisce la dura giornata di lavoro di un gruppo di lavoratori del mare la cui vita è scandita dalle condizioni del mare e dai contatti giornalieri con la radio costiera da cui arrivano le istruzioni e gli ordini degli armatori. Il documentario inizia proprio con la ricostruzione di un contatto tra San Benedetto Radio e un peschereccio impegnato nella sua attività nell'Adriatico meridionale e da questo incipit si sviluppa una trama semplice, in stile "verista",sui momenti salienti della dura  vita di bordo. Uno spaccato d'epoca che ricostruisce in maniera efficace le difficoltà e le fatiche dei lavoratori del mare.



In 1957 the Ferrarese director Florestano Vancini who already had an important documentary experience under his belt, a title among all "The long night of 43", ventured into a short film on the hard life of the fishermen of San Benedetto del Tronto, city of the Marche, home to an important fishing port and the San Benedetto Radio coastal radio station, whose story we told in another post of this blog. The short film reconstructs the hard working day of a group of sea workers whose life is marked by the sea conditions and by daily contacts with the coastal radio from which the shipowners' instructions and orders arrive. The documentary begins with the reconstruction of a contact between San Benedetto Radio and a fishing boat engaged in its activity in the southern Adriatic and from this incipit a simple plot develops, in a "verista" style, on the salient moments of the hard life on board. A period cross-section that effectively reconstructs the difficulties and efforts of sea workers.

HISTORY AND PICS OF SAN BENEDETTO RADIO IQP

 
 
   
  
 IQP - SAMBENEDETTORADIO - 1950 
   
 
Sambenedettoradio was born in 1945 for initiative of local shipowners, above all of Sambenedettese merchant marine, thriving and full expansion in those years. It was inaugurated in the summer of 1949. It was the first coastal radio station to be opened in Italy in the postwar period and Mr. Serafino Romani was the first operator. The radio station was in the north-west of the old football field “F.lli Ballarin”, in Morosini street, one hundred meters from the sea, in a small brick cottage with only one room for all radio equipments........

1950 - THE COAST STATION SAMBENEDETTORADIO  IQP
AND Mr. ELISEO BIANCO EX R/O OPERATOR OF THE ITALIAN ROYAL NAVY
 
 
1950 - THE COAST STATION SAMBENEDETTORADIO  IQP
 
 
THE SMALL BRICK COTTAGE  WHERE  IQP
 SAMBENEDETTORADIO BORN IN 1945
 
 
IQP - SAN BENEDETTO RADIO – 1949  AND THE RADIO OPERATORS
FROM LEFT :  NEREO GROPAIZ – GIUSEPPE MOSCA  I6TIH – SERAFINO ROMANI
The radio station was controlled by an ex R/T operator of the Italian Royal Navy Mr. Eliseo Bianco, a man of great technical ability, pioneer in the maritime communications sector on behalf of the S.I.R.M. (Society Italian Maritime Radio). The  station was operated 24 hours at day, it regulary transmitted meteo bulletins for supporting a safety navigation in the Adriatic Sea, a guarantee for all sailors in those years. The R/T Eliseo Bianco was helped from an operational staff composed of Mr. Giuseppe Mosca (today I6TIH), Mr. Serafino Romani and Mr. Nereo Gropaiz.......

1949 - THE COAST STATION SAMBENEDETTORADIO  IQP
OPERATED BY  GIUSEPPE MOSCA TODAY I6TIH
 
 
1949  - THE TECHNICIAN  RADIO GIUSEPPE MOSCA I6TIH
ON BOARD OF A SHIP CHECK THE RADIO
 
 
Sambenedettoradio was a support point for all shipowners, especially for those involved with oceanic fish. This radio station frequently transmitted to unthinkable distances reaching ships in the Alantic Ocean during night time using Amplitude Modulation…. really extraordinary.

1958 - THE COAST STATION SAMBENEDETTORADIO  IQP
FROM LEFT  THE TECHNICIAN  RADIO GIUSEPPE MOSCA I6TIH AND  IMPERIO BOELLIS
 WITH A NEW RADIO RX HALLICRAFTER
MONTESECCO  AREA AND THE AERIALS IQP - SAN BENEDETTO RADIO
In 1965 the Italian Government stopped S.I.R.M. (Society Italian Maritime Radio) financing and a lot coastal stations were closed. Only few radio stations remained operational, the most important between the main italian fishing harbours is  San Benedetto del Tronto better known as SAMBENEDETTORADIO (IQP)

IQP - SAMBENEDETTO  P.T.  RADIO - 1968
 

IQP - SAMBENEDETTO   P.T.  RADIO - 1968
THE RADIO OPERATOR Mr. PIETRO PAPETTI
it was famous for its first Italian fishing-boats and for its presence in the Atlantic Ocean, so Sambenedettoradio remained opened and passed under the control of the Italian Post and Telecommunications Office (Ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni), the small and romantic coastal radio station, built on the beach near the harbour, was transferred into a new building of the PP.TT. (Ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni) located in the center of the city.

THE NEW BUILDING  WHERE  SAMBENEDETTORADIO - IQP
  WAS TRANSFERRED IN 1962 TO THE SECOND FLOOR

Here the receiving and transmitting  equipments were systemaized. I remember the enormous pylon on the stable summit and the long aerials on each quadrant. After some years the transmitter was set in Grottammare two km for from San Benedetto del Tronto, in the Montesecco area (on the top of a hill) about 150 mt. slm. IQP.
Sambenedettoradio has been for half of a century a reference point in the Adriatic sea for the whole local merchant marine and for all the ships that transited in this area till the advent of cellular phone which upset everything and everybody.

IQP - THE AERIALS
 
Today IQP – Sambenedettoradio- is still "ON THE AIR" and it is remoted controlled by IAR- Rome Radio.

AUDIOCLIP, MUSEUMSRADIO AM, BAD ISCHL-AUSTRIA, 1476 KHz


Da qualche mese la storica frequenza in onda media dei 1476 KHz che consentiva alla ORF di essere ascoltata in tutta Europa è tornata attiva. Reinhard Pimbacher ex speaker della ORF e radioamatore ha ottenuto l'autorizzazione per trasmettere con una stazione a bassa potenza (circa 400 watt effettivi) dalla località di Bad Ischl nella regione di Salisburgo. Ad aiutarlo in questa impresa è la signora  Edith Schiller, sua moglie a sua volta radioamatore con il call OE5SEO. La programmazione è di tipo musicale con prevalenza "oldies". Le trasmissioni sono iniziate ufficialmente il 12 aprile 2020 e vengono diffuse dalle 15 alle 21 UTC. Nel corso della trasmissione del 23 maggio 2020 è stata trasmessa una canzone che è un classico della radiofonia italiana: "l'uccellino della radio" che potete ascoltare nella registrazione.


   
For some months now, the historical medium wave frequency of 1476 KHz that allowed the ORF to be heard throughout Europe has been active again. Reinhard Pimbacher, former speaker of the ORF and radio amateur, has obtained the authorization to transmit with a low power station (about 400 effective watts) from the town of Bad Ischl in the Salzburg region. To help him in this venture is Mrs. Edith Schiller, his wife in turn radio amateur with the call OE5SEO. The programming is musical with an "oldies" prevalence. The broadcasts officially started on April 12, 2020 and are broadcast from 15 to 21 UTC. During the broadcast of 23 May 2020 a song was broadcast that is a classic of Italian radio: "the bird of the radio" that you can listen to on the recording.

2020-05-25

ONCE UPON A TIME A SMALL RADIO IN A SMALL VILLAGE BY THE NOBEL PRIZE OLGA TOKARCZUK


The first photograph I ever experienced consciously is a picture of my mother from before she gave birth to me. Unfortunately, it’s a black-and-white photograph, which means that many of the details have been lost, turning into nothing but gray shapes. The light is soft, and rainy, likely a springtime light, and definitely the kind of light that seeps in through a window, holding the room in a barely perceptible glow. My mom is sitting beside our old radio, and it’s the kind with a green eye and two dials—one to regulate the volume, the other for finding a station. This radio later became my great childhood companion; from it I learned of the existence of the cosmos. Turning an ebony knob shifted the delicate feelers of the antennae, and into their purview fell all kinds of different stations—Warsaw, London, Luxembourg and Paris. Sometimes, however, the sound would falter, as though between Prague and New York, or Moscow and Madrid, the antennae’s feelers stumbled onto black holes. Whenever that happened, it sent shivers down my spine. I believed that through this radio different solar systems and galaxies were speaking to me, crackling and warbling and sending me important information, and yet I was unable to decipher it.
When as a little girl I would look at that picture, I would feel sure that my mom had been looking for me when she turned the dial on our radio. Like a sensitive radar, she penetrated the infinite realms of the cosmos, trying to find out when I would arrive, and from where. Her haircut and outfit (a big boat neck) indicate when this picture was taken, namely, in the early sixties. Gazing off somewhere outside of the frame, the somewhat hunched-over woman sees something that isn’t available to a person looking at the photo later. As a child, I imagined that what was happening was that she was gazing into time. There’s nothing really happening in the picture—it’s a photograph of a state, not a process. The woman is sad, seemingly lost in thought—seemingly lost.
When I later asked her about that sadness—which I did on numerous occasions, always prompting the same response—my mother would say that she was sad because I hadn’t been born yet, yet she already missed me.
“How can you miss me when I’m not there yet?” I would ask.
I knew that you miss someone you’ve lost, that longing is an effect of loss.
“But it can also work the other way around,” she answered. “Missing a person means they’re there.”
This brief exchange, someplace in the countryside in western Poland in the late sixties, an exchange between my mother and me, her small child, has always remained in my memory and given me a store of strength that has lasted me my whole life. For it elevated my existence beyond the ordinary materiality of the world, beyond chance, beyond cause and effect and the laws of probability. She placed my existence out of time, in the sweet vicinity of eternity. In my child’s mind, I understood then that there was more to me than I had ever imagined before. And that even if I were to say, “I’m lost,” then I’d still be starting out with the words “I am”—the most important and the strangest set of words in the world.
And so a young woman who was never religious—my mother—gave me something once known as a soul, thereby furnishing me with the world’s greatest tender narrator.

This text is taken from the acceptance speech of the 2018 Nobel Prize for literature by the Polish writer Olga Tokarczuc.


La prima fotografia che io abbia mai sperimentato consapevolmente è una foto di mia madre di prima che mi partorisse. Sfortunatamente, è una fotografia in bianco e nero, il che significa che molti dettagli sono andati perduti, trasformandosi in nient'altro che forme grigie. La luce è morbida e piovosa, probabilmente una luce primaverile, e sicuramente il tipo di luce che filtra attraverso una finestra, mantenendo la stanza in un bagliore appena percettibile. Mia mamma è seduta accanto alla nostra vecchia radio, ed è il tipo con un occhio verde e due quadranti: uno per regolare il volume, l'altro per trovare una stazione. Questa radio in seguito divenne la mia grande compagna d'infanzia; da esso ho appreso dell'esistenza del cosmo. Ruotando una manopola in ebano si spostarono i delicati tastatori delle antenne e nella loro sfera caddero tutti i tipi di stazioni diverse: Varsavia, Londra, Lussemburgo e Parigi. A volte, tuttavia, il suono vacillava, come se tra Praga e New York, o Mosca e Madrid, i sensori delle antenne inciampassero sui buchi neri. Ogni volta che accadeva, mi faceva venire i brividi lungo la schiena. Credevo che attraverso questa radio diversi sistemi solari e galassie mi parlassero, scoppiettando, guastando e mandandomi informazioni importanti, eppure non ero in grado di decifrarle.

Quando da bambina guardavo quella foto, ero sicuro che mia madre mi stesse cercando quando ha girato il quadrante sulla nostra radio. Come un radar sensibile, penetrò negli infiniti regni del cosmo, cercando di scoprire quando sarei arrivato e da dove. Il suo taglio di capelli e vestito (un grande scollo a barchetta) indicano quando questa foto è stata scattata, vale a dire, nei primi anni sessanta. Guardando da qualche parte fuori dalla cornice, la donna un po 'curvo vede qualcosa che non è disponibile per una persona che guarda la foto in seguito. Da bambina, immaginavo che quello che stava succedendo fosse che guardava nel tempo. Non sta succedendo nulla nella foto: è una fotografia di uno stato, non un processo. La donna è triste, apparentemente persa nei suoi pensieri, apparentemente persa.

Quando in seguito le ho chiesto di quella tristezza - cosa che ho fatto in numerose occasioni, suscitando sempre la stessa risposta - mia madre diceva che era triste perché non ero ancora nata, eppure le mancavo già.

"Come posso perdermi quando non ci sono ancora?" Io chiederei.

Sapevo che ti manca qualcuno che hai perso, che il desiderio è un effetto di perdita.

"Ma può anche funzionare al contrario", ha risposto. "Manca una persona significa che sono lì".

Questo breve scambio, da qualche parte nelle campagne della Polonia occidentale alla fine degli anni sessanta, uno scambio tra mia madre e me, il suo bambino piccolo, è sempre rimasto nella mia memoria e mi ha dato una riserva di forza che mi è durata per tutta la vita. Perché ha elevato la mia esistenza oltre l'ordinaria materialità del mondo, oltre il caso, oltre la causa e l'effetto e le leggi della probabilità. Ha messo la mia esistenza fuori dal tempo, nelle dolci vicinanze dell'eternità. Nella mente di mio figlio, ho capito allora che c'era più per me di quanto avessi mai immaginato prima. E anche se dovessi dire "Mi sono perso", inizierei comunque con le parole "Io sono", l'insieme di parole più importante e più strano del mondo.

E così una giovane donna che non è mai stata religiosa - mia madre - mi ha dato qualcosa che una volta era conosciuto come un'anima, fornendomi così il più tenero narratore del mondo.