PODCAST

2021-12-28

1999 THE "ON AIR" STRIKE OF THE ITALIAN MARCONISTS

 


Da circa 20 anni il marconista è scomparso dalle navi. Questa figura misteriosa e romantica che aveva sulle spalle la gravosa responsabilità delle comunicazioni tra le navi e la terraferma, la gestione delle liste di traffico, nonché delle comunicazioni, a quei tempi non agevoli e costose, tra i marittimi e le famiglie lontane migliaia di chilometri, è stata soppiantata nel giro di qualche anno dai moderni sistemi di comunicazione digitali e satellitari che hanno mandato in pensione anche il vecchio “SOS” o “MAY DAY” lanciato in fonia o in telegrafia dall’operatore radio di bordo, che in caso di emergenza doveva mantenere  freddezza e lucidità  fuori dal comune. Il marconista gestiva fonia, telegrafia e radiotelescriventi che generalmente operavano in RTTY, SITOR-A e SITOR-B e gestiva il sistema di radiogoniometro che consentiva l’esatta impostazione della rotta della nave. Le comunicazioni tra naviglio e armatore erano frequenti. Attraverso la radio arrivavano istruzioni, listini cambi, quotazione delle materie prime, tutte informazioni propedeutiche al raggiungimento del risultato economico della crociera. I bollettini meteo costituivano una parte importante delle comunicazioni di bordo. Dalla loro tempestiva diffusione e ricezione poteva dipendere l’esito del viaggio. I marconisti erano anche i responsabili di quella che oggi verrebbe chiamata “telemedicina”, solo che a quei tempi per le emergenze sanitarie ci si collegava via radio a centri con personale sanitario specializzato come il CIRM di Roma che in base alle informazioni fornite dalla nave doveva decidere le terapie o gli interventi che doveva effettuare il personale di bordo in caso di malattia o incidente. Anche queste emergenze venivano mediate dagli operatori radio della nave.

Nel 1999 vennero approvati nuovi protocolli di comunicazione per le attività marittime e in poco tempo sarebbero scomparsi dall’etere i tantissimi segnali di identificazione delle stazioni radio marittime che in tutto il mondo segnalavano la loro presenza trasmettendo in CW il proprio call sign sulle frequenze assegnate, sia in trasmissione che in ricezione, in attesa delle chiamate o delle liste di traffico. Molti marconisti, soprattutto quelli con molta anzianità di servizio, si sarebbero ritrovati senza lavoro nel giro di pochi mesi. In caso di vertenze lavorative il ricorso allo sciopero e alle assemblee di fabbrica sono strumenti consueti. Generalmente i sindacati di categoria stabiliscono una linea di condotta e le rivendicazioni, convocano delle assemblee per sottoporle all' approvazione dei lavoratori per poi presentarsi al tavolo di trattativa con le controparti. Come potevano riunirsi in assemblea i marconisti se non via radio ? Verso la fine del 1999 e per diversi mesi i marconisti italiani, dopo le 21.00, si riunirono in assemblea creando un net giornaliero sulla frequenza di 4143 KHz. In quel periodo mi appassionai non poco alla vicenda e in diverse occasioni mi misi in ascolto su questa frequenza. Durante uno di questi ascolti, due marconisti si scambiarono dei dati per combinare un appuntamento una volta sbarcati e cosi, con un po' di faccia tosta, tipica della gioventù, mi misi in contatto con uno di loro immaginando di venire zittito dopo 5 secondi, invece il marconista, Gianni, il suo nome, col suo  spiccato accento veneto, fu davvero felice che qualcuno avesse a cuore il futuro lavorativo della sua categoria e si rese immediatamente disponibile a confermarmi l’ascolto del net nel quale lo avevo ascoltato. Preparai una QSL ppc utilizzando una cartolina postale filatelica, gliela spedii e pochi giorni dopo mi fu rispedita compilata e firmata dall’operatore che di li a pochi giorni si sarebbe anche recato a Roma per il tavolo di trattativa.

Di li a qualche mese sulle bande marittime ci sarebbe stato un silenzio quasi assoluto, interrotto solo dalle 2 o 3 stazioni che ancora marcano il canale con il loro call in telegrafia. In ricordo di quel periodo e di quella particolare vertenza sindacale via radio mi rimane la QSL firmata da Gianni, marconista dell’Espresso Ravenna (ICKV) che a 21 anni di distanza ho il piacere di condividere con voi.



For about 20 years the figure of the radio operator has disappeared from ships. This mysterious and romantic figure, who had on his shoulders the heavy responsibility of the communications between ships and the mainland, the management of traffic lists, as well as communications, at that time not easy and expensive, between seafarers and families thousands of distant kilometers, was supplanted in a few years by modern digital and satellite communication systems that have also retired the old "SOS" or "MAY DAY" launched by voice or telegraphy by the on-board radio operator, which in case emergency had to maintain a coldness and lucidity outside the ordinary. The radio operator managed telephone, telegraphy and radio teleprinters that generally operated in RTTY, SITOR-A and SITOR-B and managed the direction finder system that allowed the exact setting of the ship's course. Communications between ship and owner were frequent. The radio received instructions, exchange rates, prices of raw materials, all preliminary information for achieving the economic result of the cruise. Obviously the weather reports were also an important part of the on-board communications. The economic outcome of a trip could depend on their timely dissemination and reception. The radio operators were also responsible for what today would be called "telemedicine", only that in those days for health emergencies they connected via radio to radio centers with specialized health personnel such as CIRM in Rome which, based on the information provided by the ship he had to decide what therapies or interventions the crew should carry out in the event of illness or accident. These emergencies were also mediated by the ship's radio operators.

In 1999, new communication protocols were approved for maritime activities and in a short time the many identification signals of the numerous maritime stations that all over the world signaled their presence by transmitting their call sign on the assigned frequencies on CW would disappear from the ether. both in transmission and reception, waiting for calls or traffic lists. Many radio operators, especially those with a lot of seniority, would have found themselves out of work within a few months. In the event of labor disputes, the use of strikes and factory assemblies are usual tools. Generally the trade unions establish a line of conduct and demands for the workers, call assemblies to submit them for their approval and then present themselves at the negotiating table with the counterparties. How could the radio operators meet in the assembly if not via radio? Towards the end of 1999 and for several months the Italian radio operators, after 9 in the evening, met in assembly creating a daily net on the frequency of 4143 KHz. In that period I became very passionate about the story and on several occasions I listened to this frequency. During one of these listenings, two radio operators exchanged data to arrange an appointment once they landed and so, with a bit of cheek, typical of youth, I got in touch with him imagining being silenced after 5 seconds, instead the radio operator, Gianni, his name, with a strong Venetian accent, was really happy that someone had at heart the working future of his category and immediately made himself available to confirm my listening to the net in which I had listened to him. So I prepared a pre-filled QSL using a philatelic post card, I sent it to him and a few days later it was returned to me filled in and signed by the operator who in a few days would also go to Rome for the negotiation table.

A few months later on the maritime bands there would have been almost absolute silence, interrupted only by the 2 or 3 stations that still mark the channel with their telegraphic call.

In memory of that period and that particular trade union dispute via radio, I am left with the QSL signed by Gianni, radio operator of Espresso Ravenna (ICKV) which, 21 years later, I am pleased to share with you.

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