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2024-12-05

IL FOLDER DI POSTE ITALIANE DEDICATO AL MAESTRO ALBERTO MANZI

 


Agli inizi degli anni 60 il fenomeno dell'analfabetismo interessava ancora l'8,3% della popolazione italiana. Nelle aree economicamente meno sviluppate del Paese questa percentuale era molto più consistente. La TV pubblica che aveva mosso i suoi primi passi solo pochi anni prima, in collaborazione col Ministero della Pubblica istruzione, si fece promotrice di importanti iniziative di scuola a distanza. "Telescuola", andata in onda dal 1958 al 1966, fu la prima trasmissione destinata a questo scopo.  Il programma era destinato a far terminare il ciclo di studi obbligatori ad alunni residenti in località dove non esistevano scuole, ma il programma destinato a cambiare l'approccio degli italiani all'istruzione e all'alfabetizzazione e poi diventato un'icona della programmazione televisiva del nostro Paese fu "Non è mai troppo tardi".



La sera del 15 Novembre 1960 dagli schermi del "Programma Nazionale" della RAI un maestro fino ad allora conosciuto solo in ambito educativo e pedagogico e a livello editoriale con la pubblicazione di "Orzowei", il libro italiano più tradotto nel mondo dopo Pinocchio,  "bucò" letteralmente gli schermi televisivi diventando una presenza fissa nelle case di tanti italiani che in numero sempre maggiore potevano permettersi in casa un apparecchio televisivo. Quel maestro era Alberto Manzi, romano, nato nella capitale il 3 novembre 1924.  



Di famiglia antifascista, il giovane Manzi dopo gli studi magistrali ignora il richiamo alle armi della Repubblica di Salò, trova rifugio presso l'Ordine Militare di Malta e nel 1944 si arruola volontario nella Brigata San Marco e viene aggregato all'VIII Armata Britannica. Nel dopoguerra inizia il suo lavoro di insegnante accettando il posto, rifiutato da diversi suoi colleghi, presso il carcere "Aristide Gabelli" dove si fa notare per l'originalità e gli ottimi risultati del suo metodo di insegnamento. Negli anni '50 inizia anche la sua attività di scrittore con una fortunata serie di romanzi che gli danno notorietà in Italia e all'estro. Sempre in questo periodo si distingue nelle attività educative in America Latina e collabora con Gianni Rodari e lo scrittore Jacovitti.


Nel 1960 aderisce al progetto di alfabetizzazione a distanza della RAI e del Ministero della Pubblica Istruzione e dopo un casting dove mette in evidenza le sue doti didattiche e comunicative viene scelto per la conduzione di "Non è mai troppo tardi" che si rivolge a quegli adulti che per le motivazioni più varie non hanno compiuto un regolare corso di studi. Il programma assurge a grande popolarità. A guardarlo non sono solo coloro che desiderano apprendere i fondamentali della lingua italiana ma l'intera platea del pubblico televisivo che vede in lui una specie di amico di famiglia che oltre ad insegnare intrattiene con i suoi disegni le sue battute e le sua dialettica affabile e confidenziale. I disegni e le parole che quasi per magia si compongono sul suo block notes gigante hanno qualcosa di ipnotico che coinvolge anche il pubblico già alfabetizzato. E così, sera dopo sera, la trasmissione va avanti per 484 puntate fino al 10 maggio 1968 quando "Non è mai troppo tardi" viene mandata in onda per l'ultima volta. In questi otto anni centinaia di migliaia di persone, in gran parte anziane, che in gioventù non hanno avuto accesso all'istruzione di base hanno imparato a leggere e scrivere. Il maestro Manzi è già diventato un'icona ma nonostante la fama mediatica torna ai suoi progetti di insegnamento in Italia e all'estero.  nel 1981 torna alla ribalta dei notiziari per il suo rifiuto di aderire al nuovo sistema delle schede di valutazione introdotto nella Scuola in sostituzione dei voti. Nel 1995 viene eletto Sindaco di Pitigliano, città nella quale si era trasferito, ci ha lasciato il 4 dicembre 1997.



Per ricordare il centenario della nascita Poste Italiane ha emesso un francobollo e un folder commemorativo con la collaborazione del Centro Alberto Manzi di Bologna che custodisce la corposa eredità di lavori e documentazione del Maestro. Il francobollo tirato in 250.020 esemplari riproduce una celebre fotografia di Alberto Manzi, fatta da Paolo Mazzoli,  presa di profilo mentre segue i suoi alunni nel corso di una lezione, accanto al disegno stilizzato di un'antenna televisiva, mentre in basso è riprodotta la stilizzazione di un ricevitore TV d'epoca. Completano il folder la quartina del francobollo di fascia tariffaria B, una cartolina filatelica con apparecchio TV e la busta primo giorno d'emissione con il logo del Centro Alberto Manzi di Bologna.







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