Sono lieto di poter rievocare in poche parole le esperienze delle prime trasmissioni radiotelegrafiche a grande distanze da me felicemente eseguite attraverso l'Oceano Atlantico il 12 dicembre 1901. Queste esperienze provarono conclusivamente che la trasmissione e la ricezione delle onde elettriche non erano affatto limitate, come a quel tempo credevano tutti gli scienziati, alle brevi distanze, bensì potevano essere utilizzate per le comunicazioni fra il vecchio ed il nuovo mondo, e molto probabilmente anche a distanze assai maggiori. Fu appunto il risultato felice di quelle esperienze che fece intravedere agli studiosi intelligenti quali fossero le vere possibilità e potenzialità di questo nuovo mezzo di comunicazione. Fin dal 1895, all'inizio cioè dei miei primi esperimenti, io ebbi la forte intuizione, direi quasi la visione chiara e sicura, che le trasmissioni radiotelegrafiche sarebbero state possibili attraverso le più grandi distanze. A questo fine decisi nel 1900 di far costruire due potenti stazioni radio telegrafiche: una a Poldhu, in Inghilterra, e l'altra sulla costa degli Stati Uniti d'America. La costruzione di queste due stazioni, per le quali fu necessario arrischiare un'ingentissima somma, fu ultimata nell'agosto del 1901; se non che, poco tempo dopo una bufera danneggiò il padiglione aereo della stazione inglese ed un ciclone distrusse totalmente le antenne della stazione americana. Questo incidente, per quanto grave, non mi distolse dal mio proposito; mi indusse però a modificarne la stazione, facendo costruire un aereo più semplice per la stazione trasmittente inglese ed escogitando per la costa americana una stazione ricevente provvisoria nella quale l'antenna sarebbe stata costituita da un semplice filo aereo sollevato da un pallone o da un cervo volante. Come ubicazione di questa stazione ricevente scelsi una collina nei pressi della città di San Giovanni di Terranova. Nei primi giorni di dicembre del 1901 arrivai a San Giovanni, e in brevissimo tempo feci costruire e sistemare la stazione ricevente; l'onda impiegata era di circa 1.800 metri e la potenza 15 Kw. I miei assistenti in Inghilterra avevano l'ordine di trasmettere una serie ripetuta di lettere 'S' dell'alfabeto Morse ad una determinata velocità, durante certe ore prestabilite. Gli apparecchi erano necessariamente assai primitivi e oggi, guardando indietro e ripensando a quegli impianti, non si può fare a meno di meravigliarsi di come la prova sia potuta riuscire: onde continue a quell'epoca non esistevano, non si possedevano le valvole termoioniche, che oggi assicurano così grandi vantaggi, né si conoscevano tanti preziosi apparecchi elettrici divenuti ora di uso comune; in breve i trasmettitori ed i ricevitori di cui allora disponevamo verrebbero oggi giudicati pressoché inservibili. La mattina del 12 dicembre tutto era pronto ed il momento decisivo si avvicinava.
Nonostante un fortissimo e gelido vento, si riuscì ad innalzare, dopo molti vani tentativi, un cervo volante che sollevava una estremità dell'antenna ad un'altezza di circa 120 metri. Alle 12.30, mentre ero in ascolto al telefono del ricevitore, ecco giungere al mio orecchio, debolmente ma con tale chiarezza da non lasciare adito a dubbi, una successione ritmica dei tre punti corrispondenti alla lettera 'S' dell'alfabeto Morse. I segnali, cioè, che secondo gli ordini da me impartiti venivano lanciati nello spazio dalla stazione di Poldhu sull'altra sponda dell'Oceano. Era nata in quel momento la radiotelegrafia a grande distanza. La distanza di oltre 3.000 Km, che sembrava allora enorme per la radio, era stata superata nonostante il presunto ostacolo della curvatura terrestre che tutti ritenevano insormontabile . Il Governo italiano fu il primo ad avere la notizia di questa scoperta. Un dubbio rimaneva tuttavia nella mente di molti studiosi, quello cioè, essendo la trasmissione dall'Inghilterra all'America avvenuta soltanto attraverso la superficie del mare, che essa avrebbe forse potuto essere ostacolata se lungo il percorso si fossero trovati continenti e montagne. La possibilità di risolvere questo dubbio mi fu data per volere di Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele III, che nel 1902 fece mettere a mia disposizione la Regia Nave Carlo Alberto, agli ordini dell'Ammiraglio Carlo Mirabello. Su questa nave, nel corso di una lunga crociera nella Manica, nel Baltico, nel Mediterraneo e nell'Atlantico potei inconfutabilmente provare che le zone continentali e le montagne interposte fra stazioni radio telegrafiche non ne impedivano le comunicazioni. Si ebbe così la conferma di ciò che avevo da tempo intuito e che ora è divenuto realtà, e cioè non vi è distanza sulla terra che le radiocomunicazioni non possono superare. Da quel giorno la scienza delle radiocomunicazioni ha fatto passi da gigante, ed offre oggi all'umanità il più potente ed universale mezzo di rapida comunicazione a distanza che il mondo abbia mai conosciuto."
Guglielmo Marconi
Guglielmo Marconi
BASIC TRANSLATION WITH GOOGLE FOR NON ITALIAN READERS
I am pleased to be able to recall in a few words the experiences of the first long distance radio transmissions happily carried out across the Atlantic Ocean on 12 December 1901. These experiences conclusively proved that the transmission and reception of electric waves were not at all limited, as at that time all the scientists believed, at short distances, but could be used for communications between the old and the new world, and most probably even at far greater distances. It was precisely the happy result of those experiences that made the intelligent scholars perceive what the real possibilities and potentialities of this new means of communication were. Since 1895, at the beginning of my first experiments, I had the strong intuition, I would almost say the clear and sure vision, that the radiotelegraphic transmissions would have been possible through the greatest distances. To this end I decided in 1900 to have two powerful telegraphic radio stations built: one in Poldhu, in England, and the other on the coast of the United States of America. The construction of these two stations, for which it was necessary to venture a huge sum, was completed in August 1901; except that, shortly after a storm, it damaged the English station's air pavilion and a cyclone completely destroyed the antennas of the American station. This incident, however serious, did not distract me from my purpose; but it led me to modify the station, making a simpler plane for the English transmitter station and devising a temporary receiving station for the American coast, in which the antenna would be constituted by a simple aerial wire raised by a balloon or deer. steering wheel. As location of this receiving station I chose a hill near the town of San Giovanni di Terranova. In the first days of December 1901 I arrived in San Giovanni, and in a very short time I had the reception station constructed and arranged; the wave used was about 1,800 meters and the power 15 Kw. My assistants in England had the order to transmit a repeated series of letters 'S' of the Morse alphabet at a certain speed, during certain predetermined hours. The devices were necessarily very primitive and today, looking back and looking back at those plants, you can not help but wonder how the test could be successful: continuous waves at that time did not exist, you did not own the thermionic valves, which today they provide great advantages, nor did they know many precious electrical devices now become common; in short, the transmitters and receivers of which we then had would be judged today to be almost useless. On the morning of December 12th everything was ready and the decisive moment was approaching.
On the morning of December 12th everything was ready and the decisive moment was approaching. Despite a very strong and icy wind, it was possible to raise, after many vain attempts, a flying deer that raised one end of the antenna to a height of about 120 meters. At 12.30, while I was listening to the telephone of the receiver, there came to my ear, faintly but with such clarity as to leave no doubt, a rhythmic succession of the three points corresponding to the letter 'S' of the Morse alphabet. The signals, that is, that according to the orders given by me were launched into space from the Poldhu station on the other side of the ocean. At that moment the radiotelegraphy was born at a great distance. The distance of over 3,000 Km, which seemed huge at the time for the radio, had been overcome despite the supposed obstacle of the Earth's curvature that everyone considered insurmountable. The Italian government was the first to have the news of this discovery. A doubt remained, however, in the minds of many scholars, that is, being the transmission from England to America occurred only through the surface of the sea, that it could have perhaps been hindered if along the way were found continents and mountains. The possibility of resolving this doubt was given to me by His Majesty the King Vittorio Emanuele III, who in 1902 had the Royal Ship Carlo Alberto at my disposal, under the orders of Admiral Carlo Mirabello. On this ship, during a long cruise in the Channel, in the Baltic, in the Mediterranean and in the Atlantic, I could irrefutably prove that the continental areas and the mountains interposed between telegraph radio stations did not prevent their communications. This was the confirmation of what I had long intuited and that now has become reality, that is, there is no distance on earth that radiocommunications can not overcome. From that day on, radiocommunication science has made great strides, and today offers humanity the most powerful and universal means of rapid remote communication that the world has ever known. "
Guglielmo Marconi
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