di Francesco Cecconi
La fila degli iscritti FAI per accedere alla storica sede EIAR-RAI di Via Asiago.
Questo fine settimana il FAI ha dato appuntamento agli iscritti vecchi e nuovi per le sue “giornate d’autunno” organizzando visite ed escursioni in numerosi siti di interesse storico ed ambientale - molti dei quali normalmente chiusi al pubblico - in tutta Italia. La storica sede EIAR-RAI di Via Asiago, quartiere della Vittoria, in Roma, è uno di questi luoghi e per un appassionato di radio l’occasione era davvero troppo ghiotta per farsela sfuggire. Cosi, in un classico pomeriggio di sole da ottobrata romana, ho attraversato a piedi un pezzo di città, un bel trekking urbano in luogo dell’affollata metropolitana del sabato pomeriggio, e mi sono diretto verso la “nostra” casa della radio, il luogo che ha visto nascere e svilupparsi il moderno broacasting italiano.
I fregi d'epoca all'entrata dell'edificio.
Il grande edificio, che ancora ospita una buona parte della struttura radiofonica della RAI, venne realizzato tra il 1929 e il 1931 su progetto dell’architetto Carlo Marchesi Cappai e divenne operativo nel 1932 ospitando gli studi dell’EIAR, l’ente radiofonico creato dal regime fascista che sostituì l’URI (Unione Radiofonica Italiana) che nel 1924 aveva prodotto e diffuso le prime trasmissioni radiofoniche in Italia. Per la realizzazione di questa struttura non si badò a spese e gli studi di Via Asiago erano considerati tra i più moderni al mondo di quel periodo.
L’edificio, pur conservando alcune delle peculiari caratteristiche architettoniche originali – l’entrata principale al n. 10 è una di esse - è stato profondamente ristrutturato e adattato alle moderne esigenze produttive del moderno Broadcasting. L’interno però conserva molte testimonianze d’epoca ed è proprio attraverso di esse che si è sviluppato il tour di circa un’ora, con guida volontaria FAI e sotto gli occhi attenti della Security.
Lo studio e la scrivania di Guglielmo Marconi
Per l’appassionato della radio il momento più emozionante è stato certamente vedere, a debita distanza, quello che fu lo studio e la scrivania di Guglielmo Marconi, genio del wireless e attore principale della fondazione dell’EIAR. Lungo i corridoi sono esposte numerose pubblicazioni d’epoca: testi di carattere tecnico e periodici destinati ad informare il pubblico sulla programmazione radiofonica.
Libri e pubblicazioni d'epoca sul mondo della radio.
Alla nascita della radio corrispose anche un’ampia produzione editoriale dedicata al settore. Il “Radiorario”, antesignano del “Radiocorriere”, era la pubblicazione più conosciuta e diffusa. Aveva cadenza settimanale e attraverso la sua consultazione il pubblico poteva conoscere gli orari di trasmissione, i pezzi musicali che sarebbero stati eseguiti, nonché vedere le immagini di artisti e locutori. In tal modo il pubblico poteva associare dei volti alle loro voci.
Microfoni d'epoca.
Bella la cospicua collezione di microfoni d’epoca esposta nel corridoio che conduce allo storico Studio A, quello dove le orchestre di musica leggera suonavano dal vivo. Lo studio è stato completamente ristrutturato e riadattato alle moderne esigenze produttive. Le caratteristiche architettoniche sono rimaste invece invariate con un ampio proscenio davanti a una serie di poltroncine disposte a semicerchio destinate al pubblico in occasione degli eventi dal vivo. Lo studio può ospitare fino a 140 persone ed è qui che un funzionario RAI, con l’ausilio di alcuni brevi filmati, ha illustrato al gruppo FAI l’evoluzione del broadcasting radiofonico dell’Azienda, ponendo l’accento sull’immancabile multimedialità, la Rete che supporta ma non sostituisce il mezzo radiofonico e RAI play sound, la piattaforma internet attraverso la quale si può usufruire dei contenuti audio prodotti dalla RAI. Alla considerazione del sottoscritto sullo spegnimento delle onde medie è stato risposto col solito laconico commento sul risparmio energetico.
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Lo Studio A[/caption]
Lo studio B è di dimensioni più contenute rispetto all’altro ed era destinato alle esecuzioni di musica classica. Anche questo spazio ha subito negli anni profonde trasformazioni ma in questo caso è stato mantenuto il caratteristico isolamento acustico degli anni 30, che, evidentemente, è ancora ben funzionale e di innegabile valenza estetica. In uno dei corridoi, mentre il gruppo si soffermava su una serie di fotografie d’epoca, mi sono trattenuto qualche minuto sull’oblò di una porta blindata dalla quale si accede a una grande sala di controllo dalla quale si gestisce l’intero apparato tecnico di questa complessa struttura.
Lo Studio B
Il programma prevedeva anche il passaggio nello studio di registrazione di Radio2 nei pressi dell’uscita dell’edificio sulla laterale Via Montello, ma in quel momento c’era una registrazione in corso, quindi corsa veloce verso l’uscita mentre lo splendido pomeriggio romano volgeva al termine.
La sala di controllo.