I lettori più attempati di questo blog sicuramente ricorderanno "Selezione" edizione italiana della rivista mensile Reader's Digest. Per i più giovani spighiamo brevemente di cosa si tratta: nel 1922 Roy DeWitt Wallace e sua moglie Lila Bell Acheson grazie anche al finanziamento di Lord Staufen fondarono questa rivista generalista che trattava sia di temi "leggeri" che di argomenti più importanti facendo riferimento a quella fascia sociale bianca e conservatrice che si riconosceva nella cultura WASP. Per molte persone la rivista costituì per tanto tempo l'unico accesso disponibile alla lettura con costi accessibili. La rivista arrivò ad avere una tiratura di oltre 12 milioni di copie.
Il Reader's Digest arrivò in Italia nel il secondo dopoguerra, pubblicato dal 1948 al 1967 dalla casa editrice Arnoldo Mondadori Editore. Era uno strumento di propaganda americana e insieme alla musica e alla cinematografia d'oltreoceano si faceva portavoce di quella che venne definita "american way of life", ma che a monte aveva un sistema di fact checking di tutto rispetto che le conferiva una certa autorevolezza al netto degli intenti propagandistici. Per diversi anni l'edizione italiana che aveva mantenuto il classico formato di libro tascabile, si limitò a riportare la traduzione degli articoli pubblicati negli Stati Uniti e solo sul finire degli anni 60 si ritagliò una certa autonomia con articoli scritti in loco e più aderenti alla realtà italiana di quel periodo. Oltre alla rivista vera e propria "Selezione" mise sul mercato, a prezzi accessibili, collane di libri, dischi di musica classica e dii jazz. Ben noto agli appassionati di musica il primo impianto stereo a basso costo e pagabile a rate che sul finire degli anni 60 portò alla diffusione degli LP nell'ascolto casalingo in luogo del classico mangiadischi destinato all'ascolto dei 45 giri.
Il numero di luglio del 1955 presenta un articolo molto interessante per gli appassionati di storia della radio e della televisione. L'occhiello annuncia: "Un ingegnere lavora a una rete televisiva che abbraccerà tutto il mondo" seguito dall'altisonante titolo "A PRESTO LA TV UNIVERSALE" e si, un programma decisamente ambizioso per il 1955, quando la televisione globale non esisteva ancora e nel mondo e le singole nazioni iniziavano appena a definire i loro palinsesti di questo innovativo mezzo di comunicazione di massa. Vi erano da superare una infinita serie di problemi tecnici e politici ai quali l'ingegner William Halstead, protagonista dell'articolo, dovette mettere mano nelle prime fasi di questa campagna per lo sviluppo e soprattutto per il controllo della futura TV globale. Anche qui, come in altri ambiti c'era la necessità di combattere il nemico numero 1, l'Unione Sovietica, che già dal 1948 aveva sviluppato un suo sistema televisivo presto adottato anche da alcuni Paesi satelliti e addirittura da qualche altro del blocco occidentale. A est come a ovest già ci si rendeva conto che il nuovo mezzo sarebbe stato fondamentale per il controllo e la diffusione delle idee.
Ed ecco quindi descritte con dovizia di particolari le peregrinazioni dell'ingegnere, già consulente tecnico della Voice of America, con vaste esperienze di installazione di stazioni ripetitrici in FM e in microonde nel Nord America, attraverso Giappone, Thailandia, India e Turchia per imporre il sistema di trasmissione televisivo americano a scapito di quello sovietico, considerato di minor qualità ma che rischia di essere adottato in molti Paesi. Il ragionamento di Halstead è molto semplice: se il sistema delle stazioni ripetitrici posizionate in punti strategici funziona per la radio FM, perchè un sistema analogo non dovrebbe funzionare anche per la TV ? Come descritto nell'articolo il modello proposto ha successo e nel Giappone questo provoca anche un rapido sviluppo dell'industria elettronica per soddisfare la grande richiesta di nuovi apparecchi TV. Come poi, ben sappiamo, per diversi decenni il Giappone ha mantenuto un primato pressoché assoluto in questo settore.
In aggiunta all'articolo fu inserito anche un trafiletto dal titolo "TV EUROPA-EUROVISIONE" a firma di Domenico Eugenio Ravalico noto tecnico, imprenditore e scrittore di numerosi testi di elettronica e telecomunicazioni, sulla nascita della connessione tra gli enti televisivi dell'Europa occidentale che non conosciamo ancora con il nome di "EUROVISIONE", che nel 1954 aveva visto come pionieri Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania. Svizzera, Olanda e Danimarca che adottarono un comune sistema a 625 linee.
credits: le immagini sono tratte dal numero di Luglio/1955 di "Selezione dal Readre's Digest" (A. Mondadori Editore)
The more elderly readers of this blog will surely remember "Selection" the Italian edition of the monthly magazine Reader's Digest. For the younger ones, let's briefly explain what it is about: in 1922 Roy DeWitt Wallace and his wife Lila Bell Acheson, thanks also to the funding of Lord Staufen, founded this generalist magazine which dealt with both "light" topics and more important topics, referring to that white and conservative social band who recognized themselves in the WASP culture. For many people, the magazine was for a long time the only affordable access to reading. The magazine reached a circulation of over 12 million copies.
The Reader's Digest arrived in Italy after the Second World War, printed from 1948 to 1967 by the publishing house Arnoldo Mondadori Editore. It was an American propaganda tool and together with overseas music and cinematography it became the spokesperson for what was called the "American way of life", but which upstream had a respectable fact checking system that gave it a certain authority except for propaganda purposes. For several years the Italian edition, which had maintained the classic pocket book format, limited itself to reporting the translation of the articles published in the United States and only at the end of the 1960s did it carve out a certain autonomy with articles written locally and more in keeping with the Italian reality of that period. In addition to the real magazine "Selection" put on the market, at affordable prices, series of books, records of classical music and jazz dii. Music lovers are well aware of the first low-cost stereo system payable in installments which at the end of the 60s led to the diffusion of LPs for home listening instead of the classic record player intended for listening to 45s.
The July 1955 issue features a very interesting article for radio and television history buffs. The buttonhole announces: "An engineer works on a television network that will span the world" followed by the high-sounding title "COMING SOON UNIVERSAL TV" and yes, a decidedly ambitious program for 1955, when global television did not yet exist and around the world and individual nations were just beginning to define their schedules for this innovative means of mass communication. There were to overcome an infinite series of technical and political problems which the engineer William Halstead, protagonist of the article, had to tackle in the early stages of this campaign for the development and above all for the control of the future global TV. Here too, as in other areas, there was the need to fight enemy number 1, the Soviet Union, which had already developed its own television system since 1948 and was soon adopted by some satellite countries and even some other countries in the Western bloc. In both East and West we were already aware that the new medium would be fundamental for the control and diffusion of ideas.
And so here is described in great detail the wanderings of the engineer, former technical consultant of the Voice of America, with vast experience in installing FM and microwave repeater stations in North America, through Japan, Thailand, India and Turkey to impose the American television transmission system to the detriment of the Soviet one, considered of lower quality but which risks being adopted in many countries. Halstead's reasoning is very simple: if the system of strategically positioned repeater stations works for FM radio, why shouldn't a similar system work for TV as well? As described in the article, the proposed model is successful and in Japan this also causes a rapid development of the electronics industry to meet the great demand for new TV sets. As we well know, for several decades Japan has maintained an almost absolute supremacy in this sector.
In addition to the article, a short article was also added entitled "TV EUROPE-EUROVISION" signed by Domenico Eugenio Ravalico, a well-known technician, entrepreneur and writer of numerous texts on electronics and telecommunications, on the birth of the connection between the television organizations of Western Europe which we do not yet know under the name of "EUROVISION", which in 1954 saw Italy, France, Great Britain and Germany as pioneers. Switzerland, Holland and Denmark which adopted a common 625-line system.
credits: the images are taken from the July/1955 issue of "Selection from Readre's Digest" (A. Mondadori Editore)
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