C'era una volta il Totocalcio. Tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo tentato la fortuna cercando di prevedere gli esiti delle partite di calcio della domenica pomeriggio e fantasticare su come spendere i milioni che quel fatidico "13" ci avrebbe permesso di vincere. Sulle fisse, doppie, triple e relativi sistemi si sono accapigliate intere generazioni di giocatori partecipando al rito collettivo delle giocate del sabato pomeriggio nei bar e nelle ricevitorie. I sogni della stragrande maggioranza dei giocatori naufragavano miseramente verso le 16.45 della domenica, al termine di tutte le partite della serie A e degli altri campionati inserite nella schedina. Eh si, la famosa schedina, quel foglietto di carta di scarsa grammatura che riportava le 13 partite delle quali bisognava indovinare l'esito finale, con le tre sezioni dove riportare attentamente il pronostico con i tre simboli 1 X 2 pena la perdita di sontuosi premi in denaro. Di tanto in tanto, in quegli anni, i giornali davano conto della disperazione di giocatori che avevano indovinato la combinazione vincente ma che avevano riportato erroneamente nelle sezioni destinate al controllo. Le schedine erano anche sponsorizzate e su di esse comparivano pubblicità sia di aziende ben conosciute che di improbabili ditte che vendevano di tutto, dalle scarpe da uomo che promettevano una statura di sei cm in più alle repliche fedeli di armi sinistramente simili alle originali. Nei giorni scorsi, in mezzo a un libro di storia della seconda superiore e da questo si evince il mio intenso sforzo scolastico (hi!), ho trovato una schedina intonsa del concorso n.39 del 20 maggio 1973. Partite clou di quella domenica: Inter-Fiorentina, Napoli-Lazio e Roma-Juventus. Quest'ultima avrebbe poi vinto il campionato conclusosi di li a poco. Sul retro di questa schedina, tra le varie pubblicità, è invece presente la proposta di vendita di due improbabili walkie talkie definiti "RADIOTELEFONI PROFESSIONALI" venduti "a meno del prezzo di uno solo" come potete leggere nella scansione dell'annuncio. Tra i punti di forza vantati nella pubblicità, l'impugnatura anatomica e la grande potenza di 60 miniwatt (sic!). Il tutto per 11.900 lire che per una famiglia media dell'epoca erano comunque una bella spesa. In effetti in quel periodo la banda cittadina iniziava a diffondersi ma gli apparati non erano a buon mercato e c'era la concessione annuale da pagare. Un mio amico che abitava al piano di sopra ne aveva una coppia, ma passata la curiosità dei primi momenti non è che fosse cosi tanto interessato alla materia. Io, al contrario, avendo già contratto il virus della radio, mi divertivo un mondo, specie quando riuscivo a farmi sentire al di fuori del condominio. Questi giocattolini, generalmente monocanale, erano un succedaneo della radio vere che davano l'illusione di partecipare al gioco dei grandi, ma qualche volta capitava anche di riuscire a parlare con qualche cb nei paraggi che puntualmente ci diceva papale papale di non scocciare ! Altri tempi, anzi altro secolo, ma ogni tanto fa bene abbandonarsi a qualche piacevole ricordo del passato e ogni occasione è buona per rispolverare questi antichi e piacevoli ricordi coincidenti con il periodo in cui è nata e si è sviluppata la passione per la radio. In ogni caso dovete ammetterlo: non era facile trovare un nesso tra il concorso del Totocalcio e la passione per la radio, eppure ci siamo riusciti ! :)
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