MAX CLAUSEN NEL 1927 |
Richard
Sorge è una delle spie più conosciute che hanno operato nel corso della seconda
guerra mondiale. Di padre tedesco e madre russa visse la prima parte della sua
esistenza una tranquilla vita borghese in Germania, ma al termine della prima
guerra mondiale, dopo aver trascorso quattro anni in guerra, abbracciò l’ideologia
comunista iscrivendosi al Partito Comunista Tedesco. Di intelletto brillante e
di indole avventurosa, negli anni 20 accettò di lavorare per il Comintern per
conto del quale allestì una vasta rete spionistica in Cina ottenendo ed
inviando a Mosca una grande quantità di informazioni. Nella seconda metà degli
anni trenta fu invece inviato in Giappone e, forte di una robusta copertura da
parte dell’ignara ambasciata tedesca a Tokyo, infilò una serie di clamorosi
successi spionistici riferendo delle trattative supersegrete per la costituenda
alleanza tra Germania e Giappone, le manovre dell’esercito giapponese stanziato
in Manciuria, che ne permise l’annientamento
da parte dei sovietici nel corso di una guerra non dichiarata combattuta in
Mongolia, la decisione dei giapponesi di attaccare nel sud Pacifico invece che
in Siberia che consentì a sovietici di spostare importanti risorse militari
nella regione di Stalingrado e, forse la più importante nonchè inascoltata
notizia dell’imminente attacco a sorpresa tedesco all’URSS.
Alla fine, più per
un caso fortuito che per reale lavoro di
intelligence, la rete di Sorge fu scoperta e smantellata e il suo capo insieme al
principale collaboratore giapponese, il
giornalista Ozaki, segretamente comunista e ben introdotto negli ambienti
governativi e militari nipponici, furono processati e condannati a morte. L’esecuzione
della sentenza avvenne il 7 dicembre 1944 solo nove mesi prima della
capitolazione del Giappone. Agli altri collaboratori della rete di spionaggio
furono comminate ”solo” severe pene detentive e al termine della guerra vennero
liberati dall’esercito americano. Tra essi c’era anche Max Christiansen Clausen
altro membro attivo del Partito Comunista Tedesco che di Sorge era il
radiotelegrafista e crittografo. Clausen era originario di Amburgo, principale
porto delle Germania e proprio sul mare acquisì le sue vaste competenze di
operatore radio che vennero perfezionate con un corso avanzato che gli venne
fatto frequentare a Mosca prima di essere inviato in varie missioni. In una di
esse, a Shangai, conobbe Sorge che successivamente lo volle con se a Tokyo come
radio operatore. Clausen era anche un radiotecnico di prim’ordine in grado di montare e smontare un apparecchio
ricetrasmittente in pochi minuti. Non appena arrivato a Tokyo impiegò circa tre
mesi per reperire, senza dare nell’occhio, la componentistica necessaria per
costruire il suo ricetrasmettitore. Alla base del cifrario usato, a quanto si sa mai decriptato,
c’era un manuale tecnico in lingua tedesca utilizzato in trasmissione e in
ricezione. Nella lontana Siberia, durante i primi 15 minuti di ogni ora, una stazione ricevente era costantemente in
ascolto sulla frequenza assegnata e ritrasmetteva a Mosca i messaggi ricevuti. Come
copertura della sua attività spionistica Clausen aveva avviato nei pressi di
Tokyo una attività imprenditoriale che divenne anche economicamente redditizia.
Per dare maggiore credibilità alla sua copertura Max Clausen si recò in Giappone
con la moglie Anna insieme alla quale
frequentava assiduamente la comunità tedesca in loco. Dopo lo smantellamento
della rete di Sorge, Clausen sfuggi alla pena di morte inscenando un semi
pentimento e se la cavò con una condanna
all’ergastolo. Fu liberato all’arrivo degli americani a Tokyo. Prima che questi
ultimo riuscissero a identificarlo come agente sovietico Clausen riuscì a
riparare in Unione Sovietica, ma ben lungi dal ricevere onorificenze per la sua
pericolosa attività spionistica venne invece sottoposto a una severa “damnatio
memoriae” che colpì anche il defunto Richard Sorge di cui le autorità sovietiche
negarono per anni anche la semplice
esistenza. Nel 1964 l’URSS finalmente diede il riconoscimento postumo a Sorge e
alla sua attività nel periodo bellico e insignito dell’onorificenza di Eroe
dell’Unione Sovietica. Nello stesso anno fonti giornalistiche della Repubblica
Democratica Tedesca rivelarono che Max Clausen era ancora vivente e risiedeva
con la moglie nella Germania Est. Anche lui, a distanza di anni ricevette
diverse onorificenze della DDR tra le quali l’Ordine Karl Marx. I coniugi
Clausen morirono a un anno di distanza l’uno dall’altra: Anna nel 1978 e Max
nel 1979.
Richard Sorge is one of the best known spies who operated during the Second World War. He lived a quiet bourgeois life in Germany of the German father and Russian mother the first part of his existence, but at the end of the First World War, after spending four years in the war, he embraced the communist ideology by joining the German Communist Party. Of brilliant intellect and adventurous nature, in the 1920s he agreed to work for the Comintern on behalf of which he set up a vast espionage network in China obtaining and sending a great deal of information to Moscow. In the second half of the 1930s, however, he was sent to Japan and, thanks to a robust cover by the ignorant German embassy in Tokyo, he made a series of sensational espionage successes, reporting on super-secret negotiations for the new alliance between Germany and Japan, the maneuvers of the Japanese army stationed in Manchuria, which allowed the Soviets to annihilate them during an undeclared war fought in Mongolia, the Japanese decision to attack in the South Pacific instead of Siberia which allowed the Soviets to move important resources military in the Stalingrad region and, perhaps the most important as well as unheard news of the imminent German surprise attack on the USSR. In the end, more by accident than by real intelligence work, Sorge's network was discovered and dismantled and his boss together with the main Japanese collaborator, the journalist Ozaki, secretly communist and well introduced to Japanese government and military circles, were tried and sentenced to death. The execution of the sentence took place on December 7, 1944 only nine months before the capitulation of Japan. The other collaborators of the espionage network were subjected to "only" severe prison terms and were freed by the American army at the end of the war. Among them was also Max Christiansen Clausen, another active member of the German Communist Party who was the radio operator and cryptographer of Sorge. Clausen was originally from Hamburg, the main port of Germany and right on the sea he acquired his vast skills as a radio operator which were perfected with an advanced course that was made to attend in Moscow before being sent on various missions. In one of them, in Shanghai, he met Sorge who later wanted him with him in Tokyo as a radio operator. Clausen was also a first-rate radio technician who was able to assemble and disassemble a transceiver device in a few minutes. As soon as he arrived in Tokyo, it took him about three months to find the necessary components to build his transceiver, without looking at it. At the base of the cipher used, as far as is known has never been decrypted, there was a technical manual in German used in transmission and reception. In distant Siberia, during the first 15 minutes of each hour, a receiving station was constantly listening to the assigned frequency and relaying the received messages to Moscow. As a cover for his espionage activity Clausen had started an entrepreneurial activity near Tokyo which also became economically profitable. To give greater credibility to his coverage Max Clausen went to Japan with his wife Anna with whom he assiduously attended the German community on site. After the dismantling of Sorge's network, Clausen escaped the death penalty by staging a semi-repentance and got away with a life sentence. He was released on arrival of the Americans in Tokyo. Before the latter managed to identify him as a Soviet agent Clausen managed to repair in the Soviet Union, but far from receiving honors for his dangerous espionage activity he was instead subjected to a severe "damnatio memoriae" which also affected the late Richard Sorge of whom Soviet authorities denied even mere existence for years. In 1964 the USSR finally gave posthumous recognition to Sorge and his activity in the war period and honored with the honor of Hero of the Soviet Union. In the same year journalistic sources of the German Democratic Republic revealed that Max Clausen was still living and residing with his wife in East Germany. He too, after many years, received several DDR honors, among which the Order Karl Marx. The Clausen spouses died a year after each other: Anna in 1978 and Max in 1989.
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