Il 9 maggio 1978 la mafia uccideva Peppino Impastato, militante comunista, animatore e voce di Radio Out che della lotta alle cosche che infestavano quella terra aveva fatto la sua missione. A 30 anni dalla sua morte Il quotidiano "Liberazione" pubblicò un volumetto con la storia di Peppino e un articolo per ricordarne la vita e l'impegno libertario, per la giustizia e la legalità.
30 anni fa, il 9 maggio del 1978, Peppino Impastato veniva assassinato dalla mafia. Un libro proposto dal quotidiano "Liberazione" ripercorre con documenti e racconti, l'opera di controinformazione di Peppino impastato e dei suoi compagni di Radio Aut. Oltre ai contributi di Peppino Impastato, il libro raccoglie interventi di Salvo Vitale, Paolo Arena e Andrea Bartolotta e ricostruisce minuziosamente i notiziari della radio. Un esempio di giornalismo vero, e già solo per questo rivoluzionario.
Info tratta dal quotidiano "Liberazione" che il giorno 9 maggio metterà in vendita il libro in edicola al prezzo di 6,00 euro.
Altre notizie, foto e audiclp su Peppino Impastato e Radio Aut su http://www.peppinoimpastato.com/
Migliaia di persone si sono ritrovate in corso Vittorio Emanuele, a Terrasini, pochi chilometri a est di Palermo, dove si trovava la sede di Radio Aut. La Radio Aut di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia, dalla mafia di don Tano Badalamenti, la notte dell'8 maggio di trent'anni fa. Impastato fu rapito, pestato, legato e poi fatto saltare col tritolo sui binari del treno. Prima parlarono di suicidio; poi, di fronte all'assurdità di quell'ipotesi, di un attentato finito male.
Tutti sapevano la verità: tutti sapevano che la mafia lo voleva morto. Ma la verità giudiziaria è arrivata solo 23 anni dopo: Tano Badalamenti, il mandante fu condannato all'ergastolo e Vito Palazzolo, braccio destro di Badalamenti, a trent'anni.
Ieri, a distanza di tanti anni, migliaia di ragazzi provenienti da tutta Italia, hanno percorso l'ultimo tragitto compiuto da Impastato quella notte. Il tragitto di chi ha scelto di seguire la strada dell'antimafia pagando quella scelta con la morte. Un percorso carico di significati, dunque. Un modo per riprendere quel cammino esattamente dal punto in cui era stato brutalmente interrotto.
Tra i ragazzi arrivati c'era anche Luisa Impastato, nipote di Peppino, che ha passato la giornata a distribuire fiori ai manifestanti. E il fratello Giovanni: «Fra Terrasini e Cinisi - ha dichiarato commosso - non si era mai vista una manifestazione antimafia così grande». «E' un giorno di ricordo e di festa - ha aggiunto Giovanni, con al suo fianco la moglie Felicia - Sto vedendo migliaia di persone». Ed ancora: «Non ho sentito Veltroni, e mi dispiace che oggi non sia qui, credo che abbia ritenuto opportuno non partecipare perchè rispetto all'anno scorso qualcosa è cambiato». Non c'era Veltroni ma c'era tanta altra gente.
E c'era Don Luigi Ciotti: «Anche i bambini - ha detto il prete di Libera - possono fare qualcosa contro la mafia: possono, con l'aiuto dei loro insegnanti, conoscere la storia e le persone che l'hanno combattuta, come Peppino Impastato e Mauro Rostagno. Il suo punto di riferimento - ha sottolineato Don Ciotti - era un torinese trapiantato in Sicilia, Mauro Rostagno, anche lui assassinato da quella mafia che denunciava attraverso un'emittente televisiva». Tra i presenti anche l'ex presidente dell'antimafia Francesco Forgione, il sindaco di Cinisi, Salvatore Palazzolo, che ha annunciato che «l'aula del consiglio comunale sarà intitolata Peppino Impastato. Sono molto contento - ha aggiunto il primo cittadino - della riuscita della manifestazione per il trentennale. Finalmente Cinisi sarà conosciuto come il paese di Peppino Impastato e non quello del boss Badalamenti».
E mentre le migliaia di persone sfilavano verso Cinisi, una radio, Primaradio, mandava in onda la musica e le parole di Impastato: Donovan, Fabrizio De Andrè, Pink Floyd e Guccini, intervallati da frammenti di «Onda Pazza», la trasmissione nella quale Cinisi diventava Mafiopoli, il corso Umberto I era corso Luciano Liggio, il sindaco Gero Di Stefano era Geronimo Stefanini e Gaetano Badalamenti era Tano Seduto. Insomma, il repertorio di denuncia di Peppino Impastato che tanto irritava e preoccupava i mafiosi.
Da.Va.
SOURCE: WWW.LIBERAZIONE.IT
10/05/2008
On May 9, 1978 the mafia killed Peppino Impastato, a communist militant, animator and voice of Radio Out who had done his mission in the fight against the gangs that infested that land. 30 years after his death, the newspaper "Liberazione" published a booklet with the story of Peppino and an article to remember his life and libertarian commitment, for justice and legality.30 years ago, on 9 May 1978, Peppino Impastato was assassinated by the mafia. A book proposed by the newspaper "Liberazione" retraces with documents and stories, the work of counter-information by Peppino impastato and his fellow Radio Aut. In addition to the contributions of Peppino Impastato, the book collects interventions by Salvo Vitale, Paolo Arena and Andrea Bartolotta and meticulously reconstructs the radio news. An example of true journalism, and already only for this revolutionary.Info taken from the newspaper "Liberazione" which on 9 May will put the book on sale at the newsstand at a price of € 6.00.Other news, photos and audiclp on Peppino Impastato and Radio Aut on http://www.peppinoimpastato.com/ Thousands of people met in Corso Vittorio Emanuele, in Terrasini, a few kilometers east of Palermo, where the headquarters of Radio Aut were located. The Radio Aut of Peppino Impastato, killed by the mafia, by the mafia of Don Tano Badalamenti, at night on May 8 thirty years ago. Kneaded he was kidnapped, beaten, tied and then blown up with the TNT on the train tracks. First they talked about suicide; then, faced with the absurdity of that hypothesis, of an attack that ended badly.Everyone knew the truth: everyone knew that the Mafia wanted him dead. But the judicial truth arrived only 23 years later: Tano Badalamenti, the principal was sentenced to life imprisonment and Vito Palazzolo, Badalamenti's right-hand man, at thirty years of age.Yesterday, many years later, thousands of young people from all over Italy traveled the last journey made by Impastato that night. The journey of those who have chosen to follow the path of the anti-mafia by paying for that choice with death. A path full of meanings, therefore. A way to resume that path exactly from where it was brutally interrupted.Among the boys who arrived was also Luisa Impastato, Peppino's grandson, who spent the day distributing flowers to the demonstrators. And his brother Giovanni: "Between Terrasini and Cinisi - he said moved - there has never been such a great anti-Mafia demonstration". "It is a day of remembrance and celebration - added Giovanni, with his wife Felicia at his side - I am seeing thousands of people". And again: «I have not heard Veltroni, and I am sorry that he is not here today, I think he thought it appropriate not to participate because something has changed compared to last year». There was no Veltroni but there were many other people.And there was Don Luigi Ciotti: "Even children - said the priest of Libera - can do something against the mafia: they can, with the help of their teachers, know the history and the people who fought it, like Peppino Impastato and Mauro Rostagno. His point of reference - underlined Don Ciotti - was a Turin-born transplanted to Sicily, Mauro Rostagno, who was also assassinated by that mafia who denounced through a television station ». Among those present also the former president of the anti-mafia Francesco Forgione, the mayor of Cinisi, Salvatore Palazzolo, who announced that "the classroom of the city council will be entitled Peppino Impastato. I am very happy - added the first citizen - of the success of the event for the thirtieth anniversary. Cinisi will finally be known as the town of Peppino Impastato and not that of the boss Badalamenti ».And while the thousands of people paraded towards Cinisi, a radio, Primaradio, broadcast Impastato's music and words: Donovan, Fabrizio De Andrè, Pink Floyd and Guccini, interspersed with fragments of "Onda Pazza", the broadcast in which Cinisi became Mafiopoli, Corso Umberto I was Corso Luciano Liggio, the mayor Gero Di Stefano was Geronimo Stefanini and Gaetano Badalamenti was Tano Seduto. In short, Peppino Impastato's repertoire of denunciation that so irritated and worried the mafia. Da.Va.SOURCE: WWW.LIBERAZIONE.IT10/05/2008
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